Scegliere il giusto dominio per il proprio sito web è fondamentale per raggiungere il successo online. Il nome a dominio deve essere facile da ricordare e da digitare, deve fornire una sensazione di autorevolezza del proprio brand all’utente. La visibilità in rete, infatti, è la chiave del successo di qualsiasi azienda. Questo settore sta acquistando sempre più importanza nel marketing. Un’ascesa che ha portato alla nascita di una nuova figura professionale: il domainer acquista domini come forma di investimento. Esiste un vero e proprio mercato secondario in crescita: le compravendite di nomi a dominio sono in aumento, un business in evoluzione con ottime prospettive future.

Nomi a Dominio

Le estensioni dei nomi a dominio

Introducendo la struttura di un dominio web, abbiamo individuato l’estensione (o dominio di primo livello), banalmente la stringa di lettere a destra del punto. Le estensioni si dividono principalmente in 2 macrocategorie: gTLD e ccTLD.
  • gTLD: (generic top-level domain): sono estensioni utilizzate in origine per categorie ben delineate. Il .COM era rivolto a imprese commerciali, il .ORG a organizzazioni, il .EDU creato per istituzioni nell’ambito educativo). Se ne contano circa una ventina, costituiti da tre o più lettere. La maggior parte sono di libero accesso, disponibili per la registrazione da parte di qualsiasi soggetto pubblico o privato. Esistono eccezioni, come .EDU tuttora riservato a enti educativi certificati, .GOV e .MIL al governo USA, eccetera.
  • ccTLD: (country-code top-level domain): sono usati da uno Stato o una dipendenza territoriale e costituiti da due lettere. Esempi comuni sono il nostro .IT, il francese .FR o il tedesco .DE
È fondamentale una precisazione sui Generic Top Level Domains: già dopo pochi anni dalla loro creazione, nella maggior parte dei casi, hanno perso la caratterizzazione d’uso a cui erano stati associati. È comune, infatti, vedere un .ORG utilizzato per siti non appartenenti ad “organizzazioni” (a cui questa estensione era rivolta), così come i .NET, in origine creato come abbreviazione delle “reti network”, da sempre utilizzati senza limitazione di argomento sul web. Discorso ancor più evidente per il .COM, il cui uso è totalmente svincolato dall’utilizzo commerciale che aveva inizialmente, essendo ormai un’estensione adottata per qualsiasi scopo e categoria.

Negli anni, la preferenza degli utenti nella scelta delle estensioni, ha portato il .COM a dominare incontrastato nella classifica di diffusione ed apprezzamento (non a caso denominato “the king” nel settore del domaining), con prezzi di rivendita molto interessanti sul mercato secondario. A seguire, in una sorta di classifica di prestigio dei gTLD troviamo: .NET, .ORG e .INFO, seguiti da .BIZ e altre estensioni decisamente meno interessanti (salvo eccezioni dettate da particolari esigenze da parte di chi crea un nuovo progetto web).

Discorso a parte per i ccTLD, sempre una scelta eccellente per registrare un dominio rivolto al proprio Paese.

Alle estensioni delle due macrocategorie principali, si è aggiunta negli ultimi anni una vastissima quantità di domini di primo livello generici. La grande novità nel settore del domaining è infatti quella dei ngTLD, nuove estensioni nate dalla liberalizzazione attuata dall'ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers). Dal 2014, infatti, l'azienda Internet per l'assegnazione dei nomi e dei numeri, ha introdotto (con un processo lungo, tuttora in corso) circa 700 nuove estensioni di dominio generiche di primo livello. Questi nuovi TLD sono stati richiesti da società private, a fronte di un forte investimento economico, che ha portato ad aste milionarie in caso di più richiedenti.

In generale il successo è arrivato solamente per pochissime di queste estensioni, molte sono incanalate verso una fine poco gloriosa, altre potrebbero raggiungere un discreto consenso e una solidità nel corso degli anni.

Da notare che alcuni di questi TLD hanno prezzi decisamente alti (decine o centinaia di euro di rinnovo annuale) che ne scoraggiano l’adozione, trattandosi, inoltre, di estensioni pressoché sconosciute; nella maggior parte dei casi, le società che hanno in gestione queste nuove estensioni, impediscono anche la registrazione “normale” delle combinazioni premium, chiedendo un prezzo elevato per i domini più interessanti.

In linea di massima ci sentiamo di sconsigliare l’impiego di queste nuove estensioni, preferendo, quando possibile, un classico .COM o .IT. I nuovi gTLD sono poco conosciuti e memorizzabili dall’utente medio, inoltre spesso sono dispendiosi e non portano particolari vantaggi all’attività che li adotta.

Come in ogni settore ci sono sempre alcune eccezioni: ad esempio, una parte di queste estensioni sono viste di buon occhio da settori moderni e tecnologici, come quello delle startup, che spesso puntano su domini innovativi e fuori dagli schemi classici, riuscendo a garantirsi un nome interessante per partire con una nuova attività. Anche l’utilizzo di parole commerciali forti, combinata con una delle poche nuove estensioni che reputiamo interessanti (come ad esempio il .ONLINE, .CLICK, il futuro .WEB che è tuttora in fase di creazione) potrebbero essere una scelta moderna e interessante anche nel nostro mercato, ma sicuramente da affiancare a maggiori sforzi pubblicitari e di stabilizzazione del brand.

Il valore di un nome a dominio

Affrontiamo un argomento fondamentale del domaining: che valore hanno i nomi a dominio?

Ogni nome, come abbiamo visto, ha proprie caratteristiche che lo rendono unico. Non esistono regole o metriche specifiche per determinare oggettivamente il valore di un dominio.

Come regolarsi allora per una valutazione?

Le caratteristiche da considerare sono molte, ecco le principali:
  • essere memorizzabile: forse la caratteristica più importante di un dominio. Essere facilmente ricordato può portare a un grande risparmio sui costi riservati a marketing e pubblicità;
  • parola chiave: il valore è ovviamente legato alla parola contenuta nel dominio. Una categoria merceologica di pregio o un settore redditizio è garanzia di un valore elevato del nome. Il motivo è evidente. Se il settore è caratterizzato da investimenti importanti, anche i relativi domini premium avranno valutazioni elevate, grazie ai vantaggi che portano all’utilizzatore, rispetto ai concorrenti;
  • forza del brand: un dominio viene considerato premium (ossia “prezioso”) quando di per sé costituisce un brand forte e riconoscibile. Esempi concreti possono essere i portali immobiliari casa.it e immobiliare.it che hanno puntato con successo su domini super premium nel settore;
  • storicità: per evidenti motivi, un dominio appetibile ha alle spalle diversi anni di registrazione, una storicità che porta un leggero vantaggio dal punto di vista del posizionamento sul web. Da non trascurare anche eventuali visite residue da precedenti progetti sul web;
  • potenza SEO: oltre alle visite, in eredità da precedenti progetti, si possono ricevere anche citazioni e link da altri siti, elementi importanti nella pratica del SEO (ossia del posizionamento sui motori di ricerca);
  • visite dirette: come abbiamo accennato nella sezione dedicata alla storicità di un nome, è probabile che un dominio premium riceva visite da un precedente progetto che ha lasciato tracce su siti terzi. La fonte delle visite dirette, però, non è solamente questa: spesso si rilevano visite derivanti da digitazione diretta (ossia di utenti che nella barra degli indirizzi digitano esattamente il dominio con la relativa estensione). È evidente che è un fenomeno che riguarda solamente i cosiddetti “exact match”, ossia domini composti soltanto da una singola parola di un bene commerciale, seguita dall’estensione (prevalentemente .it per il mercato italiano).
Si consideri che si tratta sicuramente di piccoli volumi, ma di grande valore: un utente che digita volontariamente l’indirizzo web di un dominio premium, costituito da una parola commerciale, è sicuramente un potenziale cliente interessato all’acquisto. Poche decine di visite già targettizzate possono portare al proprietario del sito numerose vendite aggiuntive a fine anno; un vantaggio non da poco per un’attività online.

Alcune domande che possono dissipare dubbi:

Quale estensione preferire?

Dipende dal mercato a cui ci si vuole rivolgere: aprire un’attività in Italia porta sempre a preferire l’utilizzo del .IT come prima scelta, seguito (o affiancato) dal .com L’utilizzo di estensioni principali come .net o .org spesso porta a perdere alcuni dei vantaggi esposti in questo articolo

Perché un dominio formato da una parola inglese .COM può raggiungere milioni di euro di valore?

Anche in questo caso la risposta è strettamente legata al mercato a cui si rivolge il dominio. Il .COM con parole di lingua inglese è universalmente utilizzato in tutto il mondo, garantendo un pubblico di miliardi di utenti potenziali.
È evidente che un dominio come kitchen.com può avere un valore di decine di volte superiore a kitchen.it, pur sempre un premium, ma con un pubblico tendenzialmente solamente confinato al territorio italiano.

Perché un dominio breve ha più valore di un nome lungo?

Fondamentalmente è merito della facilità nell’essere ricordato. Altri vantaggi derivano da quanto già esposto in questo articolo: i domini più brevi sono tra i primi ad essere stati registrati, dunque beneficiano dei vantaggi derivanti da una maggiore storicità.
Inoltre, si ha evidenza di alcuni domini composti da pochi caratteri .COM, che ricevono costante traffico naturale da digitazione di migliaia di utenti quotidiani. Un punto di partenza sicuramente vantaggioso per un sito web. Per domini italiani brevi .IT, il vantaggio derivante da traffico diretto è sicuramente meno evidente, ma la facilità di digitazione e di memorizzazione sono fattori da non trascurare.

Un dominio premium è indispensabile per il SEO?

No, non è fondamentale, ma sicuramente aiuta. Un dominio premium con alle spalle una pregressa autorevolezza aiuta a scalare posizioni sui motori di ricerca.

Perché comprare un nome a dominio premium? Come utilizzarlo?

Un dominio di alto livello può fare la differenza per la costruzione di un brand forte e memorizzabile.
Può essere molto utile anche a chi un dominio aziendale lo ha già: molte aziende acquistano domini premium relativi al proprio settore commerciale, reindirizzando questi nomi verso il proprio sito ufficiale. Questa tecnica convoglia ulteriori visite targettizzate al sito, oltre ad aumentare la potenza del brand agli occhi di consumatori e concorrenti.
Un altro uso possibile è quello del rebranding aziendale: alcune attività commerciali acquistano un dominio premium per attuare un vero e proprio cambiamento radicale, mutando ragione sociale proprio per attingere ai vantaggi che un nome migliore può portare.
C’è poi chi acquista più domini premium nel proprio settore, per realizzare un network di mini-siti per convogliare traffico al proprio sito principale.
I motivi dietro all’acquisto di un nome, dunque, possono essere molteplici. Segnaliamo, infine, una pratica poco conosciuta: l’acquisto di domini premium come forma di investimento (non a caso sono spesso definiti gli “immobili del web”), per futura rivendita con margini di profitto a volte davvero interessanti.

Guadagnare con i domini, è possibile?

Approfondiamo l’argomento degli investimenti sui nomi a dominio: è possibile guadagnare con il domaining?
Certamente sì, lo sviluppo prepotente del web ha coinvolto anche il mondo dei domini, portando grandi capitali in questo settore strategico di internet.
Nel mercato anglofono, quindi per domini composti da parola inglese con estensioni gTLD (.COM, .NET, eccetera), è comune assistere a vendite da diverse migliaia di dollari.
A titolo esemplificativo, riportiamo alcune vendite storiche, per avere un’idea dei prezzi che questi asset commerciali possono raggiungere sul mercato secondario:
Dominio Prezzo Anno di vendita
CarInsurance.com $49.7 milioni 2010
Insurance.com $35.6 milioni 2010
VacationRentals.com $35 milioni 2007
PrivateJet.com $30.1 milioni 2012
Internet.com $18 milioni 2009
360.com $17 milioni 2015
Insure.com $16 milioni 2009
Fund.com £9.99 milioni 2008
Sex.com $14 milioni 2005
Sex.com $13 milioni 2010
Hotels.com $11 milioni 2001
Porn.com $9.5 milioni 2007
Shoes.com $9 milioni 2017
Porno.com $8.8 milioni 2015
Fb.com $8.5 milioni 2010
We.com $8 milioni 2015
Business.com $7.5 milioni 1999
Diamond.com $7.5 milioni 2006
Beer.com $7 milioni 2004
Z.com $6.8 milioni 2014
Oltre a queste vendite straordinarie, la quotidianità del domaining internazionale consiste in numerose transazioni di tutto rispetto: abbiamo visto come i domini “in inglese” hanno un grande appeal in tutto il mondo. Questo interesse porta a investimenti pesanti. In molti stati esteri, infatti, la figura del domainers è vista come una vera professione stabile e riconosciuta.

E in Italia?

Nel nostro Paese, come spesso accade nell’ambito tecnologico, lo sviluppo di internet è andato a rilento rispetto ad altre realtà. Di conseguenza anche il domaining è ancora poco diffuso, ma muove comunque capitali importanti ed in crescita. È chiaro comunque che il nostro mercato è di per sé limitato ed i prezzi dei domini sono decisamente più bassi rispetto al mercato internazionale. Questo però non deve scoraggiare chi ha intenzione di investire nei domini italiani (precisiamo che con questa definizione ci riferiamo, in linea generale, a nomi composti da key italiana, oppure da key inglese comune e estensione nazionale .IT). Negli ultimi anni infatti si sono registrate alcune vendite interessanti ed in generale ad un maggiore interesse per i domini di qualità.
NameBio riporta queste vendite certificate:
Dominio Prezzo Anno di vendita
like.it 75,900 USD 2014-04-09
livescore.it 63,685 USD 2012-11-09
dieta.it 46,303 USD 2015-01-14
tuttoauto.it 45,360 USD 2011-01-26
risultati.it 43,520 USD 2010-03-11
cialde.it 42,944 USD 2015-07-05
claires.it 40,032 USD 2013-01-14
blackjack.it 37,410 USD 2009-02-11
tuttoauto.it 33,600 USD 2011-01-19
scommessesportive.it 32,000 USD 2011-03-22
Si noti che la maggior parte delle transazioni non vengono pubblicate, si tratta quindi di dati solamente indicativi (si ha la certezza di vendite superiori ai 100.000 euro per domini .IT). In ogni caso, questi report ci fanno cogliere come sia possibile vendere un dominio premium a cifre importanti.

Ma come investire sul mercato italiano?

Esistono ancora ampi margini di guadagno, alcuni domini premium sono ancora disponibili per cifre davvero interessanti. Essendo un mercato ancora acerbo, è da mettere in conto che nella maggior parte dei casi ci vorrà pazienza e costanza per realizzare una vendita, dunque, spesso, i capitali investiti saranno immobilizzati per un periodo di tempo che potrebbe non rivelarsi breve.
Scegliere un dominio adatto alla rivendita richiede un occhio esperto e la valutazione di decine di parametri; se vuoi investire sui domini italiani, rivolgiti al nostro team di esperti per una consulenza professionale!

Aspetti da valutare prima di acquistare un dominio

Acquistare un dominio premium per la propria attività è un passo importante che può portare grandi benefici in termini di vendite o di aumento dell’autorevolezza del brand.

Ma come distinguere un dominio premium e quali elementi valutare per un acquisto mirato ed in linea con le proprie esigenze?

Come è facile constatare, tutti i domini premium sono già registrati. Per acquistarne uno sarà, quindi, necessario rivolgersi al mercato secondario. Prima di affrontare un esborso importante, è fondamentale valutare finalità, pregi e caratteristiche di un dominio.
Innanzi tutto si dovrà valutare la categoria commerciale alla quale si fa riferimento: infatti, se il nostro business è focalizzato su un particolare prodotto commerciale, è importante cercare di acquistare un dominio composto da una parola strettamente attinente, se possibile formato solamente da una “exact key”, ossia dalla parola esatta che descrive il nostro settore.
Questi domini sono chiamati, nell’ambito del domaining, “category killer”, una descrizione che ci fa percepire la potenza che un nome del genere può darci contro la spietata concorrenza sul web.
In alternativa, un dominio formato da due parole, con estensioni principali (.IT o .COM), può rappresentare un’ottima scelta per il nostro business.
Come esposto nei precedenti articoli, sconsigliamo l’acquisto di nomi seguiti dalle cosiddette nuove estensioni: la nostra preferenza va sempre sui TLD classici.

Come scegliere tra .IT, .COM, .NET? Vediamo alcune ipotesi generali per la scelta dell’estensione:

  • business rivolto all’Italia = solitamente, per una situazione simile, consigliamo l’acquisto di un dominio .IT, meglio ancora se affiancato dal corrispettivo .COM, in quanto, in caso di futura espansione su mercati esteri, sicuramente può dare una marcia in più al nostro brand
  • business rivolto all’Italia ed all’estero = la scelta migliore in linea generale è quella del .COM, ma consigliamo di acquistare anche il .IT per proteggere il proprio brand nella propria nazione (potrà essere usato poi in vari modi, come, ad esempio, il redirect verso la sezione italiana del sito ufficiale)
  • business rivolto alla vendita all’estero = indispensabile l’utilizzo di un gTLD, con una key in inglese (a meno di esigenze particolari o situazioni in cui il brand è già stabile e conosciuto). Qualora non fosse disponibile il .COM, si potrà puntare sul .NET, comunque affermato ed apprezzato. In caso di settore saturo, ci si potrà rivolgere a domini composti da più keyword; in rari casi possiamo consigliare anche l’utilizzo delle nuove estensioni, purché utilizzate per formare brand memorizzabili e smart


La finalità dell’acquisto è ovviamente fondamentale nella valutazione di un dominio:

  • se il dominio servirà per “rinominare” la nostra azienda, dovremo puntare su un nome di grande livello, cercando di acquistare un cosiddetto “category killer” (come accennato ad inizio articolo) o su un’ottima combinazione di più parole
  • se affiancherà un sito ed un brand già esistente, dovremo valutare quale nome può portare vantaggi al nostro sito principale (un dominio premium che reindirizza al nostro portale, potrebbe portare maggiore prestigio alla nostra azienda e, in aggiunta, anche qualche visita targettizzata)
  • se andremo a comprare per investimento, sarà fondamentale puntare su domini generici e formati, generalmente, da una sola parola: sono infatti i più cercati ed acquistati dalle aziende, per i motivi che abbiamo esposto in questa breve guida. In questo caso dovremo scegliere a quale Paese rivolgerci: in linea di massima i domini con key italiane .IT o .COM saranno interessanti solamente per potenziali acquirenti italiani, quindi avranno prezzi di rivendita generalmente minori rispetto ad una parola inglese con estensione gTLD; d’altro canto l’investimento iniziale potrà essere sicuramente più contenuto.
In ogni caso, essendo un settore sempre più strategico nell’ampio panorama del marketing, vi consigliamo di contattare un esperto per una consulenza personalizzata, che tenga conto delle vostre esigenze. Spesso infatti, essendo prodotti “unici”, capita che il dominio desiderato non sia in vendita in nessuna delle principali estensioni; grazie agli esperti è sempre possibile fare un buon affare e accaparrarsi un nome che possa portare grandi benefici al nostro business.